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Un gemito acceso dal digiuno di un canto
Su tacite sponde svolta senza rimpianto
Schegge di un maggio mutilato all'oblio
Sussurrano al tempo di non dirti addio
Dal bel giardino di un incanto rubato
Strindon le spoglie lungo un porto malato
Dove maschere fuggono lutti a primavera
Appesa a un inverno di sentieri di cera
Chino e annientato un sonno annerito
Nel greve silenzio di un ricordo proibito
È la dannata gogna di una verità tolta
Da una pallida quiete che piega il tuo cuore ancora una volta
Figlio fratello amico compagno di un perduto maggi
Ora spoglio di stenti, ebbro del tuo coraggio
Stringo il sussulto di un dolor che non tace
Per donarti il fragore di un giorno di pace.