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(musica: V. Nocenzi / testo: F. Di Giacomo, V. Nocenzi)
In questi giorni ? certo autunno gi? da noi
dolce Marta, Marta mia
ricordo il fieno e i tuoi cavalli di Normandia,
eravamo liberi, liberi.
Sul muro immagini grondanti umidit?,
macchie senza libert?,
ascolta Marta, in questo strano autunno
i tuoi cavalli gridano, urlano incatenati ormai
cosa dire, soffocare, chiuso qui perch?...
prigioniero per l'idea, la mia idea perch?.
Lontano ? la strada che ho scelto per me
dove tutto ? degno di attenzione perch? vive, perch? ? vero, vive il vero.
Almeno tu che puoi fuggi via canto nomade
questa cella ? piena della mia disperazione, tu che puoi non farti prendere.
Voi condannate per comodit?, ma la mia idea gi? vi assalta.
Voi martoriate le mie sole carni, ma il mio cervello vive ancora... ancora.
Lamenti di chitarre sospettate a torto,
sospirate piano,
e voi donne dallo sguardo altero
bocche come melograno, non piangete
perch? io sono nato, nato libero,
libero.
Non sprecate per me una messa da requiem,
io sono nato libero.